“Le cose dei bambini e per i bambini si apprendono solo dai bambini.” Loris Malaguzzi
Tante Lune è un ESPLORATORIO creativo, ludico, motorio: uno spazio in cui non si fanno semplicemente attività, si fanno esperienze. L’esperienza implica imprevisto, stupore, ricerca e originalità, “l’esperienza perché sia tale deve mantenere aperti i caratteri di accadimento, di non prevedibilità, non serialità, consentire di sperimentare anche il rischio in condizioni di sicurezza”. Il gioco spontaneo è la sostanza di questo fare esperienza. Nel gioco il bambino attiva i suoi processi creativi, si deve confrontare con le difficoltà dello spazio, prendere e calcolare i suoi rischi, incontra problemi pratici, cerca soluzioni, conosce i limiti del suo agire, impara a percepire il suo corpo e le sue emozioni. Nel gioco deve confrontarsi con l’altro e conoscere a poco a poco i confini della sua libertà a confronto con quella degli altri. L’esperienza è guidata dalla naturale curiosità del bambino, dal piacere di vivere il suo corpo in relazione con il mondo, lo spazio, gli oggetti, noi “ci accontentiamo” di creare situazioni, di aiutarlo a cercare e scoprire ciò che gli interessa, sosteniamo lo sviluppo spontaneo del bambino attraverso quelli che sono i suoi specifici strumenti di crescita: azione, interazione, gioco.
Quello che comunemente chiamiamo gioco in realtà è un vero e proprio processo scientifico, una ricerca in cui il bambino procede per tentativi ed errori, apprende nelle sue esplorazioni e sperimentazioni, con caparbietà insiste nella sua indagine se motivata dal proprio piacere e desiderio di scoprire. I bambini sono prima di tutto “piccoli ricercatori del corpo, perché con il movimento esplorano, misurano, sentono, conoscono”, a volte è necessario sporcarsi le mani, sbucciarsi un ginocchio, oppure stare fermi ad osservare: le foglie di un albero mosse dal vento, il passaggio delle nuvole, i tentativi di un altro bambino di arrampicarsi su una corda… il gioco assolve a molte funzioni, è terreno di crescita, ma soprattutto è l’espressione più autentica di sé, per questo è importante che sia il più possibile libero.
Abbiamo creato un ambiente in cui viene dato ampio spazio al corpo, al movimento, perché il corpo è il linguaggio privilegiato del bambino; è uno spazio in cui sono stati inseriti oggetti d’ARTE come “oggetti impertinenti” che i bambini possono fare propri esplorandone tutte le possibilità attraverso il corpo e i sensi, lasciandosi stupire, lasciando che questi muovano immagini, azioni, pensieri. Uno spazio in cui il bambino ha la possibilità di manipolare e trasformare la realtà anche tramite percorsi in cui l’espressione astratta (la narrazione, il disegno, la musica, una creazione), non è altro che un mezzo d’affermazione di sé, della propria presenza, che progressivamente si sovrappone senza mai sostituirsi all’espressione motoria, divenendo un’ulteriore modalità per comunicare qualcosa di sé.
Ma l’esperienza non può essere confinata all’interno di questo spazio, VIVERE il territorio, la città, rappresenta un’ulteriore opportunità educativa che vogliamo cogliere. Poter “vagare” all’aria aperta alla ricerca di piccoli angoli di poesia, a contatto con i materiali naturali o con il sopraggiungere del vento pone i bambini in situazione di apprendimento con caratteristiche di unicità e di irreversibilità che riequilibrano l’artificialità di esperienze sensoriali simulate oggi tanto presenti nel nostro quotidiano. Esplorare spazi conosciuti e sconosciuti, le piazze, le strade, può dare al bambino la possibilità di creare legami spaziali affettivi con il suo mondo, i suoi luoghi e la sua storia creando un senso di appartenenza più ampio e articolato alla propria comunità.
Pensiamo che il nostro compito sia quello di adattarci al desiderio del bambino che si esprime attraverso un’attività spontanea, questo non significa non avere un progetto educativo ma solo renderlo più fluttuante, saper aspettare il momento opportuno in cui ci può essere una relazione, una congiunzione tra il nostro desiderio di educare e il suo desiderio di conoscere, così il bambino diventa soggetto attivo dei suoi apprendimenti mantenendo viva la voglia di scoprire e di imparare.
Tante Lune è uno spazio ma è anche un tempo dedicato ai bambini, noi adulti siamo abitati dalla fretta e da una logica produttiva che poco ha a che fare con “il mondo incantato” dell’infanzia che vogliamo preservare e che richiede tempo per indugiare, per metabolizzare, per esprimere e narrare il proprio mondo interiore. Ci vuole il tempo che ci vuole, il bambino può mettere a frutto tutte le sue capacità solo se gli si lascia il tempo e gli si offre la possibilità di creare da sé i propri processi di pensiero e di aggiustarli progressivamente alla realtà.
“Il gioco non è solo l’ambito esperienziale privilegiato dei bambini o il ponte di comunicazione primario con il loro mondo, ma è la nostra più umana modalità esistenziale di essere nel mondo e di danzare la vita…” Paola Manuzzi